In questo periodo di quarantena forzata la possibilità di usare un tablet connesso a internet può davvero fare la differenza: può mitigare il senso di lontananza, può combattere la noia. Può aiutare a mantenere i contatti con i propri cari e con gli educatori.
Ne sono convinti gli operatori della cooperativa sociale Luciano Donghi che, a Lissone, gestiscono un centro socio educativo che accoglie persone con disabilità intellettiva e, anche, due appartamenti di residenzialità leggera, in cui sono ospitate persone con disagio psichico.
“Abbiamo già pensato a una serie di attività che potrebbero aiutare gli ospiti a sentirsi meno soli e a distrarsi”, hanno spiegato.
L’acquisto di 6 tablet consentirebbe, ad esempio, di:
- cucinare a distanza, proponendo delle ricette che ognuno preparerebbe nella propria cucina condividendo il risultato finale;
- organizzare dei giochi per passare il tempo e rompere la monotonia che la quarantena in alcuni casi comporta;
- raccontarsi e discutere delle proprie emozioni
- proseguire le attività dell’atelier artistico
“Con un tablet sarebbe anche possibile realizzare video-chiamate in maniera più semplice: oltretutto, non tutti gli ospiti possiedono uno smartphone – hanno aggiunto ancora dalla Donghi – Gli operatori, poi, potrebbero anche cogliere meglio eventuali segnali di disagio e di malessere”.
La strumentazione tecnologica consentirebbe di sperimentare nuove modalità educative che potrebbero, in alcuni casi, essere mantenute anche una volta terminata l’emergenza, cercando in questo modo di cogliere elementi evolutivi e di crescita anche in un momento di estrema difficoltà.
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Causale: Donghi