Fondo Emergenza Coronavirus MB: il racconto della solidarietà
Fondo Emergenza Coronavirus MB: arrivano le rendicontazioni dei progetti sostenuti attraverso le donazioni raccolte nei mesi di lockdown e parlano di un impegno profuso a 360° da parte di tantissime realtà del territorio a sostegno dei più fragili, che sono risultati ancora più bisognosi di assistenza nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria.
Si passa dai 900 chili di pane e dalle oltre 1.300 pizze che ha cooperativa sociale Azalea ha realizzato per le famiglie più bisognose ai 29 tablet acquistati da Antonia Vita – Carrobiolo per i ragazzi che non riuscivano a seguire la didattica a distanza, fino alle migliaia di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuali usati dalle Croci Rosse e Croci Bianche operative sul territorio.
Quella che segue è una carrellata (parziale, non esaustiva e in aggiornamento) che arriva dalle organizzazioni di volontariato e dalle realtà di terzo settore attive nel territorio della provincia: voci che raccontano l’impegno a favore del benessere della comunità. Per ognuna di loro è possibile consultare, sul sito della Fondazione, la scheda progetto e contribuire con una donazione la sostegno delle attività: l’emergenza non è ancora finita.
Antonia Vita – Carrobiolo, Monza: “Il contributo ha permesso l’acquisto di 24 tablet da distribuire ai nostri studenti, di scuola popolare e del doposcuola, affinché potessero seguire le lezioni a distanza durante il lockdown. I tablet, forniti in comodato, verranno riutilizzati per il nuovo anno scolastico. La cifra raccolta grazie alle donazioni, superiore al budget richiesto, ci consentirà inoltre di aggiornare i dispositivi necessari per l’avvio del nuovo anno di scuola popolare”.
Banco alimentare Danilo Fossati, Muggiò: “Anche per il Banco Alimentare della Lombardia da fine gennaio 2020 è cambiato il mondo, sia sotto l’aspetto dell’attività quotidiana che dei problemi della sicurezza. La decisione è stata di continuare l’attività e non far mancare il sostegno agli indigenti, in un momento così difficile. La gran parte dei volontari, over 65, sono stati invitati a sospendere la loro attività. Per il personale che ha continuato a svolgere quotidianamente le attività operative, dipendenti e volontari, seguendo anche le indicazioni dei decreti ministeriali, sono state attivate iniziative a salvaguardia della salute e delle prevenzioni antivirus. Sono stati individuati gli strumenti che garantissero al massimo la sicurezza sul posto di lavoro: guanti, mascherine, protocolli di rispetto della distanza minima e sono stati attivati interventi di sanificazione ambientale, concordati anche con il medico del lavoro e il responsabile della sicurezza. Per salvaguardare la salute di tutti, sia del personale dipendente che dei volontari delle strutture caritative addetti al ritiro dei prodotti, è stata raccomandata la massima attenzione alla sanificazione ambientale e degli strumenti di lavoro nelle aree in cui è più forte il rischio di trasmissione del virus. Allo scopo, abbiamo acquistato materiale disinfettante ed affidato ad una ditta esterna una serie di iniziative continue di disinfezione”.
C.A.DO.M, Monza e Brianza: “Nell’impossibilità di operare attraverso le operatrici volontarie, C.A.DO.M. ha attivato un sostegno
rivolto alle donne che già si rivolgevano al centro e a nuove donne in stato di necessità, ampliando l’orario (da 9 a 20 ore) di una operatrice retribuita, che risponde ad un telefono di emergenza e tiene i rapporti con la rete territoriale. Nel periodo di quarantena C.A.DO.M. è stato contattato da 47 donne. L’attività di rete sul territorio è stata intensa con contatti con le forze dell’ordine e le assistenti sociali. Da segnalare il caso di una donna di più di 85 anni che ha contatto C.A.DO.M. in maniera autonoma e lucida. Durante la quarantena sono state inoltre effettuate circa 50 telefonate in uscita per mantenere i contatti con donne che stavano già facendo un percorso C.A.DO.M. e con le quali C.A.DO.M. ha dovuto aggiornare gli appuntamenti già presi. Nello stesso periodo le psicologhe dell’associazione hanno continuato a svolgere colloqui individuali in remoto con donne che stavano già seguendo o con nuove donne che necessitavano di un sostegno immediato. A causa del permanere di una situazione di rischio sanitario, il 60% delle volontarie non ha potuto riprendere la normale attività (per motivi legati all’età o a patologie pregresse) nemmeno dopo il 18 maggio (data di riapertura del centro), motivo per cui l’operatrice retribuita e le psicologhe continuano anche oggi il lavoro di sostegno alle donne con l’obiettivo di accogliere tutte quelle che ne fanno richiesta. Attualmente i colloqui avvengono sia in remoto sia in presenza nel rispetto delle norme vigenti e utilizzando i dispositivi di protezione personale. Le norme sul distanziamento sociale impediscono alle operatrici di incontrarsi in presenza per svolgere le usuali attività di formazione e supervisione; attività che, sia durante la quarantena che oggi vengono realizzate tramite l’utilizzo della piattaforma Zoom”.
Casa famiglia San Giuseppe: “La gestione dell’emergenza all’interno di una struttura nata e studiata per favorire la socialità, e non l’isolamento, è stata molto impegnativa sia in termini organizzativi, sia in termini economici. Siamo pertanto grati alla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza per il sostegno nell’affrontare le spese straordinarie per la gestione dell’emergenza, che in questo modo non ricadranno sugli utenti e sulle loro famiglie, già gravate da pesanti oneri e a loro volta messe in crisi dalle conseguenze della pandemia”.
Croce Bianca di Biassono e di Brugherio: “Si è provveduto all’acquisto di materiale sanitario utile ad affrontare l’emergenza sanitaria causata da Covid-19, come materiale disinfettante, dpi di vario genere (mascherine, tute, camici), teli e lenzuola per barelle e presidi.
Croce Bianca di Besana in Brianza: “Sono stati acquistati guanti, mascherine Fpp2 e tute Tyvek” per far fronte alle necessità causate dall’emergenza sanitaria.
Eos cooperativa sociale: “Su sollecitazione dell’ambito di Carate Brianza e grazie al contributo della Fondazione è stato possibile offrire al pubblico uno sportello psicologico e di mediazione dei conflitti familiari per i mesi di aprile e maggio. Sono stati effettuati circa 80 colloqui telefonici, video chiamate, incontri su piattaforma online con una disponibilità pari anche a cinque incontri per persona o coppia. Il centralino è stato gestito su base volontaria da una giovane psicologa che per i due mesi ha messo a disposizione il suo tempo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Hanno chiesto aiuto operatori sanitari, operatori delle rsa, famiglie con figli che hanno perso uno dei genitori a causa di Covid-19, persone in stato di ansia o di panico, coppie la cui conflittualità era esasperata dal lockdown. Tutti sono stati accolti e ascoltati, così da offrire un servizio di prossimità, condivisione e sollievo”.
LILT: “Grazie al contributo, LILT ha realizzato il progetto di assistenza in Emergenza ‘Stop Coronavirus: LILT, a Monza, non si ferma’ con cui ha: orientato il malato a livello informativo su bisogni sanitari e sociali; fornito presidi sanitari per migliorare le condizioni di vita dei malati terminali, dimessi dagli ospedali; sostenuto materialmente (sussidi e pacchi alimenti) i malati oncologici sul territorio. Nella sola provincia Brianza, dal 20 febbraio al 30 aprile, il numero degli interventi di assistenza è stato 146”.
Associazione Mosaico Interculturale: “Per venire incontro alle difficoltà linguistiche e tecnologiche delle famiglie straniere che spesso sono sprovviste di supporti digitali e non possono seguire le lezioni on line come gli altri alunni, e per mantenere con loro un contatto in questo periodo difficile e delicato di emergenza sanitaria Covid-19 che accentua il loro stato di fragilità, isolamento e povertà, l’associazione Mosaico Interculturale ha garantito il suo supporto alle famiglie straniere e agli insegnanti dell’Istituto comprensivo Stoppani del comune di Seregno (scuole Cadorna, Stoppani e Don Milani) attraverso modalità studio da remoto. I mediatori di Mosaico Interculturale hanno seguito, insieme agli insegnanti, 21 alunni e famiglie straniere a livello didattico o per avere notizie ed avviarli allo studio da remoto. Abbiamo così permesso agli alunni di finire l’anno scolastico. Abbiamo seguito, su segnalazione degli insegnanti e referente intercultura, 17 alunni della scuola primaria e 4 alunni della secondaria di 1 grado. Di questi alunni, 13 sono stati seguiti come supporto didattico e 8 alunni invece sono stati contattati dalle mediatrici linguistico culturali per permettere loro di avviare il percorso di studio o per raccogliere informazioni necessarie alle insegnanti”.
Oasi società cooperativa sociale: “La cooperativa sociale Oasi, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha dovuto chiudere il Servizio formazione all’autonomia, che ospita 28 utenti disabili adulti, e il Laboratorio di assemblaggio, che accoglie circa 40 utenti e che eroga servizi di inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati. L’obiettivo è stato da subito mantenere i rapporti con gli utenti in carico attraverso il lavoro da remoto degli educatori, della terapista occupazionale e dello psicologo, per garantire continuità assistenziale. Per raggiungere tutti gli utenti è stato necessario acquistare due pc funzionanti, da dare agli operatori per le attività di smart working. Ci siamo inoltre adoperati per poter riavviare i servizi nel più breve tempo possibile, facendo sanificare tutti gli ambienti e acquistando dpi, barriere para fiato, termometro laser, saponi, gel igienizzanti. Ultimo ma fondamentale passo prima del riavvio è stato sottoporre gli utenti a test sierologici ed eventualmente al tampone per la ricerca del virus. Gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti, perché siamo riusciti a riaprire il Laboratorio il 4 maggio e lo Sfa il 20 luglio”.
La Piramide Servizi: “Grazie al finanziamento della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza La Piramide Servizi ha potuto acquistare dispositivi di protezione individuale e sanificare la struttura che ospita il centro socioeducativo La Vite e quella di Abitare la comunità, oltre che garantire la formazione sulla sicurezza svolta dall’Rspp. Il un primo tempo si è ragionato su quale fosse il fabbisogno, in risposta la protocollo sulla sicurezza interno che a sua volta ha recepito le indicazioni provenienti da governo e regione. Al momento le attività non sono ancora riprese, ma si stanno definendo insieme alle Ats di competenza i protocolli da adottare per garantire la sicurezza degli ospiti delle strutture e dei lavoratori”.
La Rosa Blu cooperativa sociale onlus: “Grazie al finanziamento di Fondazione Monza e Brianza abbiamo acquistato una parte dei dispositivi di protezione individuale che ci aiuteranno a proteggere gli operatori, che li stanno già utilizzando, e gli utenti quando verrà ripresa l’attività anche con loro. Sono stati inoltre acquistati prodotti per la sanificazione che ci permetteranno di avere una struttura sempre pulita e idonea con le disposizioni emanate”:
Silvia Tremolada asd: “Il progetto ‘Comunque in movimento‘ si è basato sulla riconversione completa dei nostri programmi di attività sportiva da remoto, con la partecipazione entusiasta e consapevole della nostra struttura tecnica, sulla fornitura di mascherine gratuitamente a tutti gli atleti ed alle loro famiglie, sulla fornitura di tablet e pc a tutti gli atleti che non ne avevano la disponibilità per poter continuare a seguire le proposte di allenamento da casa. Un progetto che ci ha permesso di mantenere rapporti e relazioni, di sostenere la coesione sociale di tutto il nostro gruppo di attività”.
Azalea cooperativa sociale: “Coop Azalea e Luna Nuova hanno prodotto e donato ad aprile, maggio e giugno 900 chili di pane artigianale di grano duro e 1.345 pizze alla Caritas di Lissone, alle quattro Caritas operative a Cesano Maderno (centro, San Pio X, Binzago e Snia), al Centro Botticelli di Lissone e al Centro solidarietà Biassono. Queste realtà, a causa dell’emergenza sanitaria e del lockdown, hanno avuto un brusco innalzamento delle richieste di aiuto da parte delle famiglie. Coop Azalea consegnava ogni mese nei giorni indicati il pane e la pizza richiesti, che venivano distribuiti alle famiglie insieme ai pacchi alimentari Caritas”.