“Contaminiamoci di cultura” per il contrasto alle povertà educative

 

Contaminiamoci di cultura”, uno dei progetti sostenuti dal Fondo contrasto nuove povertà MB istituito presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, ha offerto un nuovo tipo di approccio al contrasto alla povertà educativa: in due anni ha portato alla realizzazione di decine di azioni con l’obiettivo di rafforzare le attività di tutti gli attori coinvolti nel sistema educativo del territorio. Giovedì 20 giugno, negli spazi dei Musei civici di Monza, il suo evento conclusivo: per ripercorrere insieme le tappe che hanno scandito una progettualità lunga due anni.

Il progetto è stato avviato nel mese di febbraio 2022 e si conclude in questo mese di giugno 2024: le azioni di contrasto alle povertà educative, realizzate nelle aree di Monza, Agrate Brianza, Burago e nei comuni dell’ambito di Desio e di Seregno, hanno raggiunto oltre 2.300 persone e sono state indirizzate soprattutto verso le fasce più fragili della popolazione, con attenzione particolare ai bambini e ai ragazzi migranti e alle loro famiglie. Sono stati coinvolti complessivamente 40 operatori.

La rete progettuale. Ne è stato capofila Progetto Integrazione, che ha lavorato in partenariato con le associazioni Sulè e Delle Ali e con il Centro Residenze Reale Lombarde. Ha potuto contare sul supporto di ScenikaLab, di Gnucoop e della scuola di italiano per stranieri “Il Centro” di Desio. Numerose altre realtà e istituzioni del territorio sono state coinvolte in rete nelle diverse attività realizzate che hanno spaziato, ad esempio, dai corsi di formazione e di aggiornamento ai percorsi di counseling, dal supporto educativo e allo studio alle visite alle ville di delizia, ai laboratori di italiano, di teatro pedagogico e di arteterapia.

Il contesto. “Il progetto è stato nato in risposta ai bisogni del territorio, che ha evidenziato diversi ambienti condizioni di forte povertà educativa. Secondo gli studi di Save the Children e secondo i dati raccolti dall’Osservatorio povertà educativa, nel nostro paese la povertà educativa priva milioni di bambini del diritto a crescere e seguire i propri sogni. Una situazione che trova conferma dalla fotografia che ogni anno pubblica l’Istat: la povertà educativa è strettamente legata a quella economica e interessa maggiormente le famiglie migranti, i cui ragazzi hanno meno possibilità di accedere alle risorse del territorio, fare esperienze per scoprire i propri talenti e coltivare le proprie inclinazioni”, ha sottolineato Sabrina Cassamagnago, coordinatrice della cooperativa Progetto Integrazione e referente per il progetto.

Gli obiettivi. “Contaminiamoci di cultura” ha lavorato proprio in questa direzione, promuovendo attività di inclusione sociale e culturale rivolte a bambini e ragazzi e, di riflesso, anche alle loro famiglie perché “non cercare di contrastare la povertà educativa significa accettare di buon grado quello che poi diventerà inevitabilmente dispersione e abbandono scolastico, minori opportunità di impiego nel mondo del lavoro, redditi più bassi, disuguaglianze, rischio segregazione e emarginazione”.

L’attenzione alla popolazione di origine straniera. Gli stranieri residenti in provincia di Monza e della Brianza al 1° gennaio 2021 sono 78.377 e rappresentano il 9% della popolazione residente, di questi 19.888 sono bambini e ragazzi. La percentuale di questi ultimi con età tra 0 e 19 anni rappresenta il 25% del totale della popolazione straniera. “Questi dati – sottolinea Cassamagnago – confermano un fenomeno consolidato e soprattutto un progetto migratorio a lungo termine con famiglie che hanno ricostruito qui il proprio nucleo familiare. Questa situazione domanda quindi servizi quali salute, istruzione e tempo libero: tutti bisogni a cui bisogna trovare una risposta”.

Le azioni. I ragazzi sono stati stimolati a un maggior utilizzo dei servizi extrascolastici come i CAG, gli oratori, le biblioteche e tutti quei luoghi di aggregazione che favoriscono l’incontro tra pari. È stato costruito un modello ampio, in cui hanno trovato spazio di espressione e di crescita competenze logico-razionali, emotive e civiche: un modello che punta sulla partecipazione attiva dei destinatari, cercando di stimolare interventi utili a colmare i gap esistenti in particolare in tre dimensioni: formativa, educativa e sociale. Un intervento finalizzato anche alla scoperta e alla promozione del patrimonio cittadino, paesaggistico e culturale del territorio e di quanto offre da un punto di vista educativo e sociale.

“Nel territorio della nostra provincia stiamo assistendo al rafforzamento delle collaborazioni tra organizzazioni di volontariato e realtà del terzo settore, parrocchie e imprese private, enti pubblici, istituti scolastici e club di servizio: l’intera comunità continua a sentire la responsabilità, e il desiderio, di prendersi cura dei più fragili. A due anni dal loro avvio, quasi tutti i primi progetti sostenuti dal Fondo stanno per concludersi: per la Fondazione MB si è trattata di una sperimentazione e, dai risultati a oggi raggiunti, siamo convinti di aver iniziato a percorrere la strada giusta – quella del lavoro in rete, che sta promuovendo quel cambiamento di paradigma che, portando in primo piano le voci dei territori, sta generando un nuovo welfare di comunità”, ha commentato il segretario generale della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Marta Petenzi.

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